tag:blogger.com,1999:blog-41906305948330660632024-03-14T06:39:35.020+01:00I versi di Nicola D'UgoNicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.comBlogger84125tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-32947929937785725742013-03-17T00:34:00.000+01:002013-03-17T00:34:37.243+01:00"Tre mesi fa" di Nicola D'Ugo<br />
<br />
Tre mesi fa<br />
la luna era appesa<br />
sotto l'albero.<br />
Guardata<br />
non guardava<br />
nessuno.<br />
<br />
<i>CS, 15 marzo 2013</i><br />
<div>
<br /></div>
Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-78136241365677772932011-12-31T16:27:00.000+01:002011-12-31T16:27:03.889+01:00"È allora che gli angeli esistono" di Nicola D'Ugo<span style="font-size: 85%;">Roma, 1995(?) <br />
</span><br />
<br />
Taci. Squilla il telefono. Lo lasci<br />squillare. Poi d’improvviso<br />ti cresce un infante nel grembo.<br />Scompare. Ti guardi d’intorno<br />e ti pare di star per andare.<br />Ti muovi d’intorno e ti par di vedere<br />un abbaglio. Poi spare.<br />Vorresti riamare. Passare di fretta<br />dall’ombre alla luce al colore.<br />Stai in ombra dalla tua stanza all’ufficio,<br />dall’ufficio alla stanza.<br />Ti battono le ore nei polsi.<br />Sei stanza. Sei stanca. sei stanca.<br />È allora che gli angeli esistono.<br />Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-90080102508617653162011-03-29T15:57:00.003+02:002011-07-04T14:46:28.194+02:00"A quest'ora di notte daccanto m'attesto" di Nicola D'Ugo<span style="font-size: 85%;">Roma, 1993 <br />
</span><br />
<br />
«A quest'ora, di notte, daccanto m'attesto<br />
a te che mi guidi il pensiero digesto<br />
d'amori antichi e prati lunghi un verde,<br />
ora che l'animo piú non mi morde.<br />
<br />
L'acque abbiamo visto disparire e le statue<br />
al fuoco dolce delle mani farsi fatue,<br />
i volti nelle mani farsi visi improvvisi<br />
di delizia, gli occhi chiari sorrisi.<br />
<br />
Fatti della materia umana del mondo<br />
siamo certi che dalle vette al profondo<br />
non siamo unici nel dare e avere amore<br />
ma a mutui simili sapremo aprire il cuore.<br />
<br />
Noi ci benediciamo ognuno sulla sua via<br />
andando avanti conscî di questa profezia.<br />
Ci scriviamo parole d'amore e d'affetto<br />
ma sappiamo troppo bene il vero precetto.»<br />
<br />
Cosí diceva l'uomo a sé sopravvissuto.<br />
Cosí a sé la donna, credendolo muto.<i></i>Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-12225596509941234492011-03-22T22:39:00.005+01:002011-03-22T23:00:54.785+01:00L'uccisione degli autisti (da 'Notizie dalla Bosnia')<span style="font-size: 85%;">Roma 3 luglio 1994 <br />
</span><br />
<br />
Guardò diritto il piombo della gente,<br />
la folla enorme stretta in quell’inferno;<br />
si seppe morto e non ne seppe niente;<br />
si volle vivo e non si seppe come.<br />
Sotto i fiori bianchi col suo dente<br />
il mostro piccolissimo, detto <i>verme</i>,<br />
<i>gusano</i>, <i>ver</i>, <i>worm</i>, <i>Wurm</i>, o altro stento<br />
marciume delle anime più erme,<br />
si scava fori piccoli, innocenti,<br />
labirinti planetari, viacoli,<br />
condotti, vive di poco, imberbe.<br />
Ma mani coi grilletti per anelli<br />
non v’è pietà che abbiano pel mostro<br />
umano, per il simbolo, i dementi.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Notizie in... Controluce</i>, n. VIII/1-2, gennaio-febbraio, 1999, p. 22</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-48807684711417419412011-03-22T22:37:00.005+01:002011-03-22T23:01:08.457+01:00La strage del mercato (da 'Notizie dalla Bosnia')<span style="font-size: 85%;">Roma luglio 1994 <br />
</span><br />
<br />
Morì nell’ora piena del meriggio.<br />
Sangue dovunque e la strada allagata:<br />
decerebrato il cranio, e via il cervello<br />
a pezzi, altrove, giallo e spappolato.<br />
Fu il giorno suo, il giorno del macello,<br />
sangue nel sangue della livida strada.<br />
Nessuno potrà dirgli ciò che è meglio,<br />
se pace vittoriosa o ancora guerra,<br />
fiore fra i fiori in un clima sbagliato,<br />
labbro che non cantava, ma cervello,<br />
braccio, cuore, che ancora palpitava.<br />
Nessuno potrà unire a queste croci<br />
che crescono un sermone di speranza,<br />
né adergersi a patrono solenne,<br />
né in promesse ribaltare il tempo.<br />
Fra i tanti morti si aggiungono questi<br />
morti, senza una causa o un’ideale<br />
che li spingesse lungo le insabbiate<br />
prode, ai limiti del compimento,<br />
ad un passo dall’arrischiato Ade.<br />
Chi uccide altra vita per la vita,<br />
chi fa della sua fede fede altrui,<br />
bestemmia d’ignominia fede e vita,<br />
si crede grande del piccolo che è suo.<br />
Ma chi nell’ora piena di un meriggio<br />
qualunque perde la vita, non giudica<br />
il male altrui, i colpi di mortaio,<br />
gli spari, le assurde fanfaluche<br />
in cui ancora noi ci dibattiamo.<br />
È facile da vivi giudicare i morti,<br />
o nel godimento di un piacere<br />
effimero dimenticare tutto<br />
e tutti, solo con sé riconciliati.<br />
Fu il giorno loro, il giorno della Morte:<br />
strilla inconsce in crani spappolati.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Notizie in... Controluce</i>, n. VIII/3-4, marzo-aprile, p. 22</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-11766406611556639782011-03-22T22:07:00.003+01:002011-03-22T23:01:19.588+01:00La strage del mercato 2 (da 'Notizie dalla Bosnia')<span style="font-size: 85%;">Roma luglio 1994 <br />
</span><br />
<br />
Vorrei parlarti, ma dico di te<br />
che morì in un meriggio assolato.<br />
Non hai più sangue: non v’è perché<br />
pei morti nel sangue sbriciolati.<br />
<br />
Se avevi un nome tuo, un tuo amore,<br />
ci resta di un morto solo il nome<br />
vuoto, come tu sei in quest’ora<br />
che vedo inane, a pezzi, un cadavere.<br />
<br />
“Dio ti benedica insieme a tutti gli altri,”<br />
diranno in molti per ognuno dei morti.<br />
Tu canti forse con tutti i tuoi difetti<br />
in uno spazio in cui son molti i sepolti.<br />
<br />
Non ho per te altre parole stasera,<br />
il nome e l’uomo mi sono indifferenti;<br />
ma se la bomba ha brillato per ucciderti<br />
ucciderà altri dopo questo scempio.<br />
<br />
Sei stato uno dei tanti, già freddo anche tu,<br />
e molti seguiranno una morte di ghiaccio.<br />
Temevi questo. Svaniva poco a poco,<br />
come svanisce ancora pei vivi, la speranza.<br />
<br />
Per questa tua morte, e perché non vengano<br />
altre morti a computarsi con gli zeri,<br />
per questa tua morte, questa sera,<br />
farei levare i cacciabombardieri.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Notizie in... Controluce</i>, n. VIII/6, giugno 1999, p. 22</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-82446535869587633152011-03-22T22:04:00.003+01:002011-03-22T23:01:31.117+01:00Le voci dentro Sarajevo (da 'Notizie dalla Bosnia')<span style="font-size: 85%;">Roma 13 ottobre 1995 <br />
</span><br />
<br />
Né dal monte più alto o la più dura<br />
bastia, né dalle più veloci stelle<br />
vengono questi colpi di mortaio<br />
a confinarci. V'è terra, dovunque,<br />
altrove, nello spazio d’infinito<br />
che respira dai suoi bronchi di Veneri<br />
e conchiglie; isole a cavallo<br />
sui mari, a scorrazzare ilari<br />
filari di fenici, a batter ciglio<br />
semivergini pudiche. Non dalla<br />
montagna più alta della pietà<br />
divina, né dal muro più indolente,<br />
di mattone cotto in grembo all’inferno,<br />
né dai più rapidi astri intorno a un perno<br />
vengono a castigarci. Ma dai monti<br />
di fronte, volti umani senza fronte,<br />
non visti, geometri ed ingegneri<br />
invisi dai compagni imbracciano<br />
le armi, s’inchiodano alle macchine,<br />
muovono le leve. Non per me e te,<br />
bambina, sul monte più alto dei<br />
dintorni da cui scendeva la mite<br />
Befana in sordina, vengono questi<br />
spari a radunarci. Le verità<br />
delle fiabe che sapevi da sempre<br />
per sempre se le riprende il monte<br />
astioso, che rugge, infiamma e insanguina.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Notizie in... Controluce</i>, n. VIII/8, agosto 1999</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-75627406711316177572011-03-22T22:02:00.003+01:002011-03-22T23:01:43.926+01:00Pulizia etnica (da 'Notizie dalla Bosnia')<span style="font-size: 85%;">Roma 18 settembre 1995 <br />
</span><br />
<br />
Di sera si tace, ché un mare d’incenso<br />
svapora per noi. E le mani non sanno:<br />
non sanno la pena di giorni stranieri<br />
nell’eremo vostro. Cieli girandolano,<br />
spazi si flettono, e suole di terra<br />
hanno occhi per crepe che non vede nessuno.<br />
Fumi si alzano e gonne nel vento<br />
pesano. Labbra che ardono: e non arde<br />
forse di me questo simulacro che teme?<br />
Non sono mai nulla io nel mio impero!<br />
<br />
Carovane disegnano i volti, li segnano<br />
di solchi severi. E voi non parlate<br />
che ai vostri compagni di viaggio.<br />
Tacciono i vecchi e i bambini guidati<br />
si accampano. La luna che piega il suo crine<br />
è la stessa di questa che chiama i miei occhi<br />
per voi. Non tacerò, lo prometto, seppure<br />
sia al vento o al compagno che ascolta.<br />
Parlerò per voi senza avvertimento.<br />
Questo solo sapete, che io non vi dico:<br />
qualcuno vi vede lo stesso senz’ali,<br />
ha flebile voce, ma urla e vi dice<br />
compagni nel cuore. Mi volto al compagno<br />
e lo invito: <i>“Proviamoci ancora!”</i><br />
<br />
La notte è più fredda ma il cuore mi dice<br />
nel buio: <i>“Proviamoci ancora!”</i><br />
<br />
Nel buio accendo una luce ch’è chiara e che dice:<br />
<i>“Proviamoci ancora!”</i><br />
<br />
Ancora la voce mi dice nel chiaro di luce<br />
che l’uomo con l’uomo conduce a una luce<br />
in cui infine con gli altri l’idea si traduce:<br />
<i>“Proviamoci ancora! Proviamoci ancora!</i><br />
<i>Finché c'è vita e speranza di vita</i><br />
<i>noi lungo una via che appare indecisa,</i><br />
<i>più forti in accordo a una meta precisa,</i><br />
<i>uomini e donne, proviamoci ancora!”</i><br />
<br />
<i>“Proviamoci ancora!”</i><br />
<br />
Dài forza al bambino e al ferito…<br />
<br />
<i>“Proviamoci ancora!”</i><br />
<br />
Metti al collo la compagna ammalata…<br />
<br />
<i>“Proviamoci ancora!”</i><br />
<br />
Di croce in croce che spunta fra i passi…<br />
<br />
<i>“Proviamoci ancora!”</i><br />
<br />
Non sia quest’unica vita che abbiamo un trastullo di pazzi,<br />
che gli uomini ammazzi e la morte procacci,<br />
che tratti il corpo umano come stracci<br />
nel vento di strade d’arditi paparazzi.<br />
<br />
Qui di sera si tace, e un mare d’incenso svapora per noi.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Notizie in... Controluce</i>, n. VIII/12, dicembre 1999</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-64263151680105020972011-03-22T21:59:00.002+01:002011-03-22T22:56:41.738+01:00Stanchezza di milite straniero (da 'Notizie dalla Bosnia')<span style="font-size: 85%;">Roma 20 settembre 1995 <br />
</span><br />
<br />
Non ho che voglia di morire senza<br />
virtù né spari. Risorgere vorrei,<br />
risollevarmi dalla montagna: ridere,<br />
abbracciato, in un attico. Chi dice<br />
che la felicità è un’altezza? È un parigrado<br />
intimo, un <i>tête-а-tête</i>, uno sfogliare di<br />
palpebre e riguardi, l’approfondire,<br />
il ripassare, il soffermarsi sul para-<br />
grafo di un bacio. Un’ora, dieci? Che<br />
importa? Come coi vecchi maestri<br />
afferrati in un libro, per le vesti,<br />
così, tanto per stare insieme e ascoltare.<br />
Un esser pari all’altro, ma senza illusione:<br />
senza la procellosa intrusione del<br />
critico o del lettore occasionale;<br />
senza l’intrusione del medico o dell’amante,<br />
del ginecologo o dell’ex.<br />
<br />
Non ho che voglia di morire senza<br />
virtù né spari. Ma risorgere vorrei:<br />
salire sulla montagna e nell’attico<br />
chiudermi con te, mio amore.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Notizie in... Controluce</i>, n. IX/6, giugno 2000, p. 22</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-81603160690682783322011-03-22T21:57:00.002+01:002011-03-22T22:57:48.156+01:00Il silenzio del vate (da 'Notizie dalla Bosnia')<span style="font-size: 85%;">Reggio Emilia 12 agosto 1995 <br />
</span><br />
<br />
Quando ritorna dalla guerra il vate<br />
si porta un’amarezza di sconfitte<br />
sfacciate, e non le dice al padre. Tace,<br />
come tacciono le vedette poste<br />
troppo in alto sopra un mondo di fiabe.<br />
Martire di verità che fanno male<br />
pensa a quei martiri in sé stesso, e in pegno<br />
verga pagine come un passatempo<br />
arcano, chiuso nel suo muto sdegno.<i> </i><br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Notizie in... Controluce</i>, n. IX/7-8, luglio-agosto 2000</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-50232815418880399912011-03-22T21:50:00.004+01:002011-03-22T22:58:28.523+01:00Marta, Nimo e le tombe (da 'Notizie dalla Bosnia')<span style="font-size: 85%;">Reggio Emilia 5 agosto 1995 <br />
</span><br />
<br />
I verdi prati e gli occhi dei bambini<br />
bellissimi. Le smorfie e le ditine<br />
nel naso. Gli alberi, alti. Le anime:<br />
l’una, poi l’altra, dietro al guiderdone<br />
<br />
d’un bacio. Le case basse. Le case<br />
alte sopra giardini e traffici<br />
di calze. Il vecchio e il suo bicchiere a dose<br />
di paese intavolato: e tu ne odi<br />
<br />
di voci dalle soglie cicalare,<br />
e ne vedi di visi intenti a cercare<br />
fra le mani il destino delle ere<br />
ferme a questa, scrutare ai polsi le ore<br />
<br />
che si appropinquano all’appuntamento.<br />
Bello il pino antico del vecchio Nimo,<br />
quando campane chiudevano il conto<br />
del giorno, leggere. Cose che amano.<br />
<br />
E bella Marta, col suo seno candido<br />
di grazia ricolmo: la grinta d’ebano<br />
e il palpito del cuore che s’effonde,<br />
ora che il pensiero di lei si liba<br />
<br />
un attimo. Vero, bambini? Vero<br />
che il pensiero si nutre di trastulli?<br />
Piccole care creature nel nero<br />
fumo delle guerre, grigio dei crolli<br />
<br />
dei palazzi in cui stavate. Piccole<br />
creature: piccole, impotenti, a fronte<br />
di una guerra che ci umilia. Se tocco<br />
le mani vostre v’afferra la mente<br />
<br />
e il braccio. Tremo a lasciarvi inermi<br />
come Marta in una fossa di bombe:<br />
abbandonarvi come i bimbi ai corvi,<br />
Nimo nella polvere, storte gambe<br />
<br />
in ecatombe. L’amore e l’amore.<br />
Perché v’è solo amore in questo mondo<br />
d’amore e amore. Ma cresciute avare<br />
voglie di uomini che vanno a fondo,<br />
<br />
ci confondiamo tutti da millenni.<br />
Non sappiamo liberarci più delle<br />
catene in noi. Ci confondiamo indenni<br />
e uccisi. Ci confondiamo. Molle<br />
<br />
cade la sera e vengono le stelle<br />
a visitare noi, per ricordare<br />
a noi di dimenticare le balle<br />
di cui ci andiamo sincerando. Sere<br />
<br />
tristi le molte senza stelle d’oggi.<br />
Tristi. Stanotte cadono le bombe<br />
su Zagabria: dagli occhi anche i raggi<br />
s’ascondono, e Marta e Nimo fra le tombe.<i> </i><br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Notizie in... Controluce</i>, n. IX/12, dicembre 2000</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-66639682033505583172011-03-22T21:48:00.002+01:002011-03-22T22:59:14.099+01:00Il ritorno del vate (da 'Notizie dalla Bosnia')<span style="font-size: 85%;">Reggio Emilia 12 agosto 1995</span><span style="font-size: 85%;"> <br />
</span><br />
<br />
<br />
Quando ritorna dalla guerra il vate<br />
non ha più sangue sui vestiti sporchi,<br />
ma gli occhi delle madri dentro gli occhi,<br />
le iridi dei figli alla guerra scampati.<br />
<br />
Non ha più il pane in bocca, ma lo sente<br />
ancora duro, ancora insipido fra i denti;<br />
e rivede dietro gli occhi i denti rotti<br />
dei suoi fratelli in balia della guerra.<br />
<br />
Si posa un poco il vate sulla soglia<br />
di casa, si guarda intorno stupito,<br />
esterrefatto appena un attimo:<br />
il tempo di un sospiro. È a casa propria.<br />
<br />
Ascolta nel silenzio della notte<br />
i suoni familiari che trascorrono<br />
usuali, ma che pare li impari<br />
solo adesso. Gli riappaiono i primi<br />
<br />
volti di casa: Marta, Chiara, e i vecchi<br />
amori di cui ama i cuori, il vate.<br />
Si guarda attorno: lo scrittoio vuoto,<br />
lo schermo quieto del computer spento,<br />
<br />
le carte accatastate presso l’angolo<br />
di un luogo angusto, intimo e privato.<br />
E nulla più delle anime che ha amato<br />
vorrebbe unirle fuori della guerra:<br />
<br />
ma vi sono monti e fossati, strade<br />
troppo impervie e bombardate, pericoli.<br />
Lo sa fin troppo bene il vate ch’altri<br />
sono i limiti dei mondi spartiti:<br />
<br />
sa bene, nella pioggia dei pensieri<br />
quieti, che Marta e Chiara, Silvia e Rita<br />
e i mille amori che squillano improvvisi<br />
al telefono e teneri in inviti<br />
<br />
sanno ascoltare dei viaggi intrapresi,<br />
non possono capire le ferite<br />
nere e il sangue, i poveri occhi degli<br />
uccisi in battaglie o al tavolo da pranzo,<br />
<br />
né si può dire dell’erba fra i denti<br />
sopra un sasso seduto a parlare<br />
in monco inglese il vate con la bella<br />
giovinetta a Sarajevo. Non possono<br />
<br />
sapere che nell’urna di un assenso<br />
il senso stretto d’esser solidali.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Notizie in... Controluce</i>, n. X/4, aprile 2001, p. 19</span>]<br />
<b></b>Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-41053552213696525852011-02-14T01:48:00.004+01:002011-07-04T14:44:40.274+02:00"L'incendio del molo di Lerici" di Nicola D'Ugo<span style="font-size: 85%;">Lerici, 29 luglio 2009</span><br />
<br />
<br />
Qui dove la bambina e la nonna<br />
son arse dal fuoco era un luogo ameno.<br />
Che il mare guardava sotto il castello<br />
di cui Dante aveva fatto menzione.<br />
Piú sotto le barche, al di là<br />
Portovenere in cui meditava<br />
Byron nella sua grotta. Vita e morte<br />
in un giaciglio ingelosito, luogo<br />
sacrilego d'un materasso in fiamme.<br />
Mano colpevole e ignara d'un tossico<br />
geloso d'amore fattosi odioso.<br />
Piú sopra due vite dall'odio inconscio<br />
soffocate: odio che prende i tendini<br />
e i muscoli. Piú in basso tutti noi,<br />
gente che è attonita, incapace di<br />
connettere il nulla col nulla. A un miglio<br />
da qui, sulla strada maestra, Mary<br />
attendeva il suo Percy naufrago nella<br />
tempesta: piú sopra, a duecento metri,<br />
il pacifico Riccardo, cognato<br />
vichingo, era morto per l'improvvisa<br />
apertura d'una vena nel cranio.<br />
Accanto alla casa fumosa mio<br />
fratello aveva vissuto tra i film<br />
hollywoodiani e i suoi amori mutevoli.<br />
Piú sopra, lungo la strada in cui scrivo,<br />
la mia nipotina sorride nel<br />
suo sonno tranquillo. I suoi nonni sanno,<br />
lontani da qui, che il futuro è un fiore.<br />
Ma nella casa piú in basso la morte<br />
forestiera per mano d'un locale<br />
spezza il dolce moto delle onde<br />
e «Maledizione! Maledizione!<br />
Maledizione!» grida a stelle sorde.<br />
Poveri affumicati corpi: vita <br />
che fu labbra ridenti e la speranza<br />
dei vecchi; palazzina restaurata,<br />
per le faccine ebeti, obliose,<br />
dal dolore affaticate. È già estate<br />
tra le spume ridanciane di Lerici,<br />
o un ombra cerca l'ombre tra le case?<i></i>Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-25579489830191732662010-11-22T21:06:00.001+01:002010-11-22T21:25:52.879+01:00Ponte Sisto (da 'Dodici poesie')<span style="font-size: 85%;">Roma novembre 1998</span><br />
<br />
<br />
La morte non tocca i morti.<br />
Li sfiora solamente. Sia la fiamma orgasmica<br />
o il lento fluire nel ventre!<br />
Dall’alto lo sguardo si perde sull’abisso.<br />
L’uno nell’altro i visi degli amanti<br />
si fondono in un’ombra sola,<br />
nell’eco di un istante prolisso.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[ <span style="font-size: 85%;">puoi scaricare e leggere la poesia nel formato editoriale originale cliccando -> <a href="http://nicoladugo.tripod.com/pdf/poesia/la-morte-non-tocca-i-morti.pdf">SCARICA PDF</a></span> ]<span style="font-size: 85%;"> </span><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Calendario Lippiello 1999</i>, Roma 1998</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-50164320945535951852010-11-22T21:04:00.001+01:002010-11-22T21:23:53.261+01:00Colonnato di San Pietro (da 'Dodici poesie')<span style="font-size: 85%;">Roma novembre 1998</span><br />
<br />
<br />
Un’intera foresta di pietra<br />
circonda la tua presenza ninfale.<br />
Una tomba da cui si levano gli spiriti,<br />
un tesoro che barbaglia celato.<br />
Penetreremo a lungo la foresta,<br />
dimenticando il luogo di origine<br />
e i re traditori di una fede.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[ <span style="font-size: 85%;">puoi scaricare e leggere la poesia nel formato editoriale originale cliccando -> <a href="http://nicoladugo.tripod.com/pdf/poesia/unintera-foresta-di-pietra.pdf">SCARICA PDF</a></span> ]<span style="font-size: 85%;"> </span><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Calendario Lippiello 1999</i>, Roma 1998</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-85986513685489122102010-11-22T21:01:00.001+01:002010-11-22T21:20:38.381+01:00Fontana di Trevi (da 'Dodici poesie')<span style="font-size: 85%;">Roma novembre 1998</span><br />
<br />
<br />
La piega che si rotola e contorce,<br />
fa piroette, le cristallizza<br />
in una posa che non si minimizza.<br />
Il seme spontaneo si fissa senza orgasmo,<br />
la voce non dà un grido.<br />
Un intero vulcano erutta le macerie<br />
sul nostro intatto viso.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[ <span style="font-size: 85%;">puoi scaricare e leggere la poesia nel formato editoriale originale cliccando -> <a href="http://nicoladugo.tripod.com/pdf/poesia/la-piega-che-si-rotola-e-contorce.pdf">SCARICA PDF</a></span> ]<span style="font-size: 85%;"> </span><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Calendario Lippiello 1999</i>, Roma 1998</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-85281093291984798712010-11-22T18:17:00.000+01:002010-11-22T18:17:39.369+01:00Palazzo Falconieri (da 'Dodici poesie')<span style="font-size: 85%;">Roma novembre 1998</span><br />
<br />
<br />
Si muove appena.<br />
Appena appena appena.<br />
Tace da sola.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[ <span style="font-size: 85%;">puoi scaricare e leggere la poesia nel formato editoriale originale cliccando -> <a href="http://nicoladugo.tripod.com/pdf/poesia/si-muove-appena.pdf">SCARICA PDF</a></span> ]<span style="font-size: 85%;"> </span><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Calendario Lippiello 1999</i>, Roma 1998</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-81890786633049072962010-11-22T18:15:00.003+01:002010-11-22T21:11:19.320+01:00Palazzo Nuovo (da 'Dodici poesie')<span style="font-size: 85%;">Roma novembre 1998</span><br />
<br />
<br />
È meno di mezzo millennio<br />
che Michelangelo disegnò questo luogo.<br />
Lo ricorda qualcuno come promessa laica di una fede<br />
che si trasferí nell’urbe e vi dimorò senza pretesa.<br />
La folla che vi passa è meramente una folla.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[ <span style="font-size: 85%;">puoi scaricare e leggere la poesia nel formato editoriale originale cliccando -> <a href="http://nicoladugo.tripod.com/pdf/poesia/e-meno-di-mezzo-millennio.pdf">SCARICA PDF</a></span> ]<span style="font-size: 85%;"> </span><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Calendario Lippiello 1999</i>, Roma 1998</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-68089491538165532172010-11-22T18:13:00.001+01:002010-11-22T18:59:16.625+01:00Santa Maria Maggiore (da 'Dodici poesie')<span style="font-size: 85%;">Roma novembre 1998</span><br />
<br />
<br />
Ubriaco di sonno e d’alcool<br />
passo talvolta a rimirare<br />
l’aureo splendore di questo luogo.<br />
Una santità si gonfia che mi coglie.<br />
E mi dimentico i martíri degli eretici nei secoli,<br />
e i contemporanei,<br />
il loro ardere e cadere come sudicie foglie.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[ <span style="font-size: 85%;">puoi scaricare e leggere la poesia nel formato editoriale originale cliccando -> <a href="http://nicoladugo.tripod.com/pdf/poesia/ubriaco-di-sonno-e-dalcool.pdf">SCARICA PDF</a></span> ]<span style="font-size: 85%;"> </span><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Calendario Lippiello 1999</i>, Roma 1998</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-41940620306811944772010-11-22T18:11:00.004+01:002010-11-22T21:09:36.939+01:00Tomba di Eurisace (da 'Dodici poesie')<span style="font-size: 85%;">Roma novembre 1998</span><br />
<br />
<br />
Disillusione, morte di stanche spere.<br />
Addio, addio…: dentro l’architettura assecondata<br />
ad arte! Guardati in faccia ora,<br />
riconsiderati.<br />
Cerca dentro te la tua morte di marmo.<br />
Dentro v’è fango con fango,<br />
crosta che non ti sfiora neppure la mente.<br />
Semenza gettata coi semi della fornace,<br />
dissipata nella genia. Ma non è niente.<br />
Il fango torna al fango senza emblemi.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[ <span style="font-size: 85%;">puoi scaricare e leggere la poesia nel formato editoriale originale cliccando -> <a href="http://nicoladugo.tripod.com/pdf/poesia/disillusione-morte-di-stanche-spere.pdf">SCARICA PDF</a></span> ]<span style="font-size: 85%;"> </span><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Calendario Lippiello 1999</i>, Roma 1998</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-35043682481475065562010-11-22T18:06:00.001+01:002010-11-22T18:53:39.960+01:00Chiesa SS. Pietro e Paolo (da 'Dodici poesie')<span style="font-size: 85%;">Roma novembre 1998</span><br />
<br />
<br />
Hanno Dio nella bocca<br />
come un miracolo. Invece tacciono nel foro.<br />
Non vi sarà parola di salvezza per loro<br />
negli anatemi irosi dei poeti.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[ <span style="font-size: 85%;">puoi scaricare e leggere la poesia nel formato editoriale originale cliccando -> <a href="http://nicoladugo.tripod.com/pdf/poesia/hanno-dio-nella-bocca.pdf">SCARICA PDF</a></span> ]<span style="font-size: 85%;"> </span><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Calendario Lippiello 1999</i>, Roma 1998</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-63887418603208295232010-11-22T18:02:00.002+01:002010-11-22T21:12:39.864+01:00Edificio postale in Via Marmorata (da 'Dodici poesie')<span style="font-size: 85%;">Roma novembre 1998</span><br />
<br />
<br />
Là, dove s’eleva a tuffo la disassialità del balestruccio,<br />
là, dove petto di rondine e l’aereo volo della mia ecatombe<br />
spaziano nell’aria appena aperta dal giorno,<br />
una prospettiva nuova riga l’occhio di ghiaccio.<br />
Non ci vuole poi tutto un quotidiano strazio<br />
per apprezzarne l’alare dimensione,<br />
la libertà dentro noi che lo guardiamo<br />
col nervo aperto dello sguardo umano.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[ <span style="font-size: 85%;">puoi scaricare e leggere la poesia nel formato editoriale originale cliccando -> <a href="http://nicoladugo.tripod.com/pdf/poesia/la-dove-seleva-a-tuffo-la-disassialita-del-balestruccio.pdf">SCARICA PDF</a></span> ]<span style="font-size: 85%;"> </span><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Calendario Lippiello 1999</i>, Roma 1998</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-24209364791585247132010-11-22T17:53:00.003+01:002010-11-23T16:35:22.942+01:00Museo della Civiltà Romana (da 'Dodici poesie')<span style="font-size: 85%;">Roma novembre 1998</span><br />
<br />
<br />
Civilitade beffarda. Il recinto dell’ingegno<br />
si seleziona, s’incrocia, s’inserra.<br />
Strane coltivazioni svettano<br />
dai nomi sconosciuti. Risorti autori<br />
nella notte dell’entrostoria posteriore<br />
vagolano in tacchi alti,<br />
o coi sandali antichissimi dei maghi.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[ <span style="font-size: 85%;">puoi scaricare e leggere la poesia nel formato editoriale originale cliccando -> <a href="http://nicoladugo.tripod.com/pdf/poesia/civilitade-befferda.pdf">SCARICA PDF</a></span> ]<span style="font-size: 85%;"> </span><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Calendario Lippiello 1999</i>, Roma 1998</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-36744812636993144552010-11-22T17:50:00.002+01:002010-11-22T21:14:40.442+01:00Stazione Termini edifici laterali (da 'Dodici poesie')<span style="font-size: 85%;">Roma novembre 1998</span><br />
<br />
<br />
Hanno assassinato una che conoscevo appena.<br />
Mi disse una volta che avrebbe fatto la festa<br />
al suo compagno fedifrago e all’amante indigesta.<br />
“Con quella bottiglia in mano?”<br />
le chiesi per lenirla. “No, questa la bevo io!”<br />
mi disse barcollante. “Non la spreco in un parapiglia!”<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[ <span style="font-size: 85%;">puoi scaricare e leggere la poesia nel formato editoriale originale cliccando -> <a href="http://nicoladugo.tripod.com/pdf/poesia/hanno-assassinato-una-che-conoscevo-appena.pdf">SCARICA PDF</a></span> ]<span style="font-size: 85%;"> </span><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Calendario Lippiello 1999</i>, Roma 1998</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4190630594833066063.post-1714347231365629472010-11-22T17:47:00.004+01:002010-11-24T19:19:24.962+01:00Edificio postale Piazza Bologna (da 'Dodici poesie')<span style="font-size: 85%;">Roma novembre 1998</span><br />
<br />
<br />
Nel baccello, dentro la grana cellulare<br />
che germina e fa osmosi senza parola sensata,<br />
tutta una trafila che s’infila<br />
come una lama di coltello sul tavolo.<br />
Non assaggiarmi il minestrone<br />
nel mio eremo incorrisposto.<br />
Te lo ripeto. Lasciami da solo.<br />
<br />
<i>Nicola D'Ugo</i><br />
<br />
[ <span style="font-size: 85%;">puoi scaricare e leggere la poesia nel formato editoriale originale cliccando -> <a href="http://nicoladugo.tripod.com/pdf/poesia/nel-baccello-dentro-la-grana-cellulare.pdf">SCARICA PDF</a></span> ]<span style="font-size: 85%;"> </span><br />
<br />
[P<span style="font-size: 85%;">ubblicata in: <i>Calendario Lippiello 1999</i>, Roma 1998</span>]Nicola d'Ugohttp://www.blogger.com/profile/15504174801531073127noreply@blogger.com0