Roma, 1993
«A quest'ora, di notte, daccanto m'attesto
a te che mi guidi il pensiero digesto
d'amori antichi e prati lunghi un verde,
ora che l'animo piú non mi morde.
L'acque abbiamo visto disparire e le statue
al fuoco dolce delle mani farsi fatue,
i volti nelle mani farsi visi improvvisi
di delizia, gli occhi chiari sorrisi.
Fatti della materia umana del mondo
siamo certi che dalle vette al profondo
non siamo unici nel dare e avere amore
ma a mutui simili sapremo aprire il cuore.
Noi ci benediciamo ognuno sulla sua via
andando avanti conscî di questa profezia.
Ci scriviamo parole d'amore e d'affetto
ma sappiamo troppo bene il vero precetto.»
Cosí diceva l'uomo a sé sopravvissuto.
Cosí a sé la donna, credendolo muto.
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